Paolo Conte nasce ad Asti il 6 gennaio 1937, è
un cantautore, paroliere e polistrumentista italiano conosciuto in tutto il
mondo. Pianista di formazione jazz, è considerato uno dei più importanti e
influenti cantautori italiani, nonché uno dei più originali e innovativi
musicisti contemporanei. Avvocato di
professione, nella sua oltre cinquantennale carriera è stato autore di musiche
per altri artisti, per poi decidere, nel 1974, di abbandonare la carriera
forense per dedicarsi esclusivamente a quella artistica.
Stimato ed
apprezzato dal pubblico francese e da varie platee internazionali, si è
cimentato anche in altri campi espressivi, ricevendo nel 2007 una Laurea
honoris causa in Pittura, per l'opera multimediale Razmataz,
conferitagli dall'Accademia di belle arti di Catanzaro.
Un po'di storia
Agli inizi negli
anni sessanta Paolo Conte si affaccia nel mondo della musica leggera
principalmente come "autore", componendo musiche e arrangiamenti per
altri artisti.
È solo nel 1974,
a trentasette anni, quando ormai è sul punto di abbandonare la musica per
dedicarsi alla sua professione di avvocato, che si convince a presentare lui
stesso le proprie canzoni, incidendo nello stesso anno il suo primo disco dal
titolo Paolo Conte. Si ha così la definitiva svolta cantautorale
dell'artista, che da qui in avanti, firmerà in prima persona, oltre alle
musiche, anche i testi delle proprie canzoni e dove è già presente tutto il suo
stile riflessivo e disincantato, spesso caricato di tagliente e distaccata
ironia.
All'inizio il suo talento é passato nel pubblico abbastanza inosservato, ma nel 1979
quando esce il disco Un gelato al
limon il musicista piemontese riscuote il successo. Così, dopo vari
anni di gavetta, il grande pubblico comincia ad accorgersi del suo
"personalissimo stile" che attraverso l'uso costante del pianoforte
(suo esplicito alter ego) costruisce musiche e atmosfere dirette a controllare
"una voce dal timbro rauco e dimesso, spesso tesa a narrare storie e
luoghi del tutto inusuali, mondi esotici che hanno il compito di nascondere,
nella realtà, sonnacchiosi sobborghi di provincia". Il favore presso il
pubblico dell'album Un gelato al limon è dovuto soprattutto alla
presenza di canzoni quali Bartali, dedicata al famoso ciclista e
all'omonima title-track (dedicata alla moglie Egle).
Quest'opera, di
fatto, apre le porte al jive, vale a dire a quel particolare linguaggio
gergale, tipico dello slang afro-americano, composto da suoni che si ripetono a
più intervalli, sostenendo e ricamando il canto. L'uso del jive, diverrà, ben
presto un marchio di fabbrica dell'artista, rendendo ancor più riconoscibili e
peculiari le varie esibizioni dal vivo (basti pensare al famoso za-za-ra-zzaz
di Bartali o più avanti al du-du-du-du di Via con me).
In un’intervista
rilasciata dal musicista al Corriere della Sera a prosposito del suo
rapporto con la lingua Paolo Conte dice: «Come tanti compositori che scrivono
prima le musiche e poi le parole, in genere scrivo con un finto inglese, che è
elastico, ti fa sognare molto di più, i pezzi rimangono più astratti, poi
quando devi fare i conti con l’italiano cambia tutto». E anni dopo, nel 2002, chiarirà
definitivamente il concetto in un'intervista al già citato programma radiofonico,
Alle otto di sera: «È molto faticoso per me, l'ho già detto, piegare la
lingua italiana alle esigenze ritmiche e metriche della musica. Sappiamo tutti
che quella italiana è una lingua bellissima, ma estremamente difficile da
adattare musicalmente per la mancanza di tronche e di elasticità delle sillabe.
Tante volte la mia vocazione di musicista mi porta a storpiare la lingua
italiana, o a mescolarla con altre lingue per ottenere un risultato buono dal
punto di vista ritmico. Mi ha divertito affrontare altre lingue per la loro
capacità filmica, cinematografica, teatrale di raccontare al di là dei
significati letterali»
Il nuovo
millennio si apre con la pubblicazione dell'album Razmataz,
uscito nel 2000 (anche in DVD) e direttamente tratto dal musical-vaudeville RazMaTaz,
ideato e curato dallo stesso Paolo Conte. La commedia nasce per la
prima volta, già nel 1989 in un omonimo libro, dove compaiono i disegni, gli
spartiti, e i testi con varie annotazioni dell'artista. Il progetto,
rappresenta una sorta di atipica forma di spettacolo, pensato e studiato
dall'autore, fin dagli anni settanta.Il pretesto
narrativo è quello della storia di una ballerina africana di nome Razmataz,
della sua rincorsa al successo nella Parigi degli anni venti e della sua rapida
e misteriosa scomparsa, metafora dell'incontro della vecchia Europa con la
giovane musica nera. La commedia, infatti, vuole essere, soprattutto, un elogio
alla musica afroamericana, già affiorata in molti lavori precedenti, dove a
contorno si stagliano una serie di figure che hanno il compito di far rivivere
un periodo storico preciso, quello della Francia d'inizio secolo, vista,
dall'autore, come crocevia culturale di numerose contaminazioni, sia artistiche
che musicali.
Nel novembre del
2004, dopo aver pubblicato un'altra antologia per il mercato estero (Reveries,
del 2003), il musicista riappare sul mercato discografico con un nuovo album di
inediti, dal titolo Elegia.
Un anno dopo, nel
2005, esce nuovamente un altro disco dal vivo, dal titolo Live Arena di
Verona. Il doppio album, a differenza dei precedenti live, non è un
puzzle di registrazioni delle varie perfomance europee, ma è bensì una fedele
trasposizione del concerto tenuto all'Arena di Verona (davanti a dodici mila
spettatori), la sera del 26 luglio 2005.
Conte ben lungi dall'abbandonare la musica leggera, nel settembre del 2008,
torna nuovamente sulla scena musicale con la pubblicazione di un nuovo album di
inediti, dal titolo Psiche, che viene presentato in anteprima
alla Salle Pleyel di Parigi con l’orchestra sinfonica dell’Ile de France,
diretta da Bruno Fontaine, a cui seguirà una speculare tournée europea.
A riprova di una
ritrovata continuità artistica, a soli due anni di distanza dall'ultima fatica,
il 12 ottobre 2010 esce per l'etichetta discografica Platinum il
quattordicesimo album in studio del cantautore, intitolato Nelson.
Il titolo, deriva dalla caratteristica copertina dove è presente un ritratto
del cane di famiglia, morto nel 2008 e dipinto, dallo stesso musicista. Il
disco è un invito a distaccarsi dalla barbarie del quotidiano, a conferma della
rinomata idiosincrasia dell'artista per l’attualità.
Insomma per tutti
i fan di Paolo Conte le due date ad Amsterdam sono assolutamente un’occasione da non perdere. Per
informazioni : www.theatercarre.nl/
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