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domenica 5 gennaio 2014

La Befana chiude tutte le festivitá di Natale e Capodanno

La Befana vien di notte con le scarpe tutte rotte,
col cappello alla romana viva viva la Befana...

La Befana è nell’immaginario collettivo italiano un mitico personaggio con l’aspetto da vecchia che porta doni ai bambini buoni la notte tra il 5 e il 6 gennaio. La sua origine discende da tradizioni magiche precristiane e, nella cultura popolare, si fonde con elementi folcloristici e cristiani: il significato dei doni portati da questa vecchietta è quello che ricorda i regali offerti a Gesù Bambino dai Magi
Con la fine dell'anno solare, il ciclo dei festeggiamenti si conclude il  6 gennaio, il giorno dell'Epifania, che nella saggezza popolare "tutte le feste porta via". Il termine "Epifania", di origine greca, che significa "manifestazione", sott'inteso della divinità, è stato utilizzato dalla tradizione cristiana per designare la prima manifestazione della divinità di Gesù Cristo, avvenuta in presenza dei re Magi.
Nella tradizione popolare però il termine Epifania, storpiato in Befana, ha assunto un significato diverso, andando a designare la figura di una vecchina particolare.



 









Anticamente la dodicesima notte dopo il Natale, ossia dopo il solstizio invernale, si celebrava la morte e la rinascita della natura, attraverso la figura pagana di Madre Natura. La notte del 6 gennaio, infatti, Madre Natura, stanca per aver donato tutte le sue energie durante l'anno, appariva sotto forma di una vecchia e benevola strega, che volava per i cieli con una scopa. Oramai secca, Madre Natura era pronta ad essere bruciata come un ramo, per far sì che potesse rinascere dalle ceneri come giovinetta Natura, una luna nuova. Prima di perire però, la vecchina passava a distribuire doni e dolci a tutti, in modo da piantare i semi che sarebbero nati durante l'anno successivo. In molte regioni italiane infatti, in questo periodo, si eseguono diversi riti purificatori simili a quelli del Carnevale, in cui si scaccia il maligno dai campi grazie a pentoloni che fanno gran chiasso o si accendono imponenti fuochi, o addirittura in alcune regioni si costruiscono dei fantocci di paglia a forma di vecchia, che vengono bruciati durante la notte tra il 5 ed il 6 gennaio.
 










 

Ora in epoca moderna, la Befana è rappresentata come una vecchia brutta e gobba, con il naso a becco, il mento aguzzo. Porta un gonnellone scuro ed ampio, un grembiule con le tasche, uno scialle, un fazzoletto o un cappellaccio in testa, un paio di ciabatte consunte, il tutto vivacizzato da numerose toppe colorate. E’ ricoperta di fuliggine, poiché si dice entri nelle case attraverso la cappa del camino. Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, mentre tutti dormono, a cavalcioni di una scopa, sotto il peso di un sacco stracolmo di giocattoli, cioccolatini e caramelle (sul cui fondo non manca mai anche una buona dose di cenere e carbone), la Befana passa sopra i tetti e calandosi dai camini riempie le calze lasciate appese dai bambini. Questi, da parte loro, preparano per la buona vecchia, in un piatto, un mandarino o un’arancia e un bicchiere di vino. Il mattino successivo insieme ai regali troveranno il pasto consumato e l’impronta della mano della Befana sulla cenere sparsa nel piatto.La differenza principale tra i bambini è principalmente questa: coloro che durante l’anno sono stati buoni riceveranno in regalo dolci e regali, mentre chi al contrario si è comportato male ed è stato cattivo, riceverà come ricompensa soltanto del carbone. 
A Venezia ogni anno le befane si sfidano nella tradizionale regata mentre in terraferma si brucia la vecchia e dal fumo dei faló si leggono i pronostici per il nuovo anno al canto delle litanie, il tutto accompagnato da dolci, caramelle, vin brulé, cioccolata calda e pinza il dolce veneto tipico della festa della Befana.
(Fonte dati e foto: internet)

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