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martedì 22 ottobre 2013

Amsterdam Da Gustare sabato 9 novembre






Un bell’evento tutto italiano che vi voglio segnalare è Amsterdam Da Gustare manifestazione che si svolgerá sabato 9 novembre a VOC-kade 10, Amsterdam..
Si tratta di un progetto per la promozione diretta di piccoli produttori italiani di vino e specialità più o meno di nicchia. Questa avviene tramite eventi itineranti, degustazioni, lezioni di vino e cucina, conferenze rivolte a professionisti del settore e a privati. Da Gustare offre un pezzetto di Italia urbana e contemporanea al pubblico olandese e internazionale di Amsterdam

Questo pezzetto d’Italia quest’anno si puó trovare nei padiglioni industriali novecenteschi dei Van Gendthallen sull’isola Oosterburgereiland ad Amsterdam Est, che sabato 9 novembre si trasformerá  in un contenitore di ottimo cibo, vino, musica, intrattenimento, mostre e workshop italiani.

Diversi piccoli produttori delle nostre eccellenze enogastronomiche e di design saranno presenti per far vedere, assaggiare e raccontare i propri prodotti.
Alcuni cuochi italiani serviranno le loro specialità e gli ospiti che desiderino apprendere i trucchi del mestiere potranno mettersi un grembiule e unirsi ad uno dei loro corsi di cucina.



  Programma

- La sommelier AIS Barbara Summa e i suoi colleghi guideranno degustazioni a tema per piccoli gruppi in programma anche vini della Sardegna, dell’Emilia Romagna e del Friuli.
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- L’importatore di specialità italiane Casa Lisetta presenta i suoi salumi e altre bontà umbre. Nella loro vecchia Fiat Panda station wagon hanno installato una macchina espresso per degustare il vero caffè napoletano della Kimbo.

- I veri cannoli siciliani potete assaggiarli da Antonio Di Maggio della gastronomia siciliana Casa Di Maggio. Da lui potete trovare anche la vera cioccolata di Modica.

- Allo stand del ristorante L’Ozio potete assaggiare i veri casoncelli bresciani preparati davanti ai vostri occhi dalla mitica signora Sandra.

- Sommelier ed importatore di vini Ed Baten di Pura Passione darà un workshop sui vini biologici.

- Maestro chocolatier Antonio Autore van Casa Autore presenta la sua nuova splendida (e buonissima) collezione di cioccolatini ad Amsterdam Da Gustare.

- La scrittrice e documentarista Daniela Tasca di  1001 Italiani terrà  una conferenza gratuita sulla storia dell’emigrazione italiana nei Paesi Bassi.

- La bar-lady Cinzia Maineri si occuperà invece del Mixin’ n’ Shakin’ Bar servendo bibite analcoliche (come Chinotto, Cedrata Tassoni) e diversi tipi di birra. La “birra comunale” di Amsterdam è riservata ai bambini (acqua).

- Per chi invece ama un poco di alcohol nel proprio aperitivo, c’è il bar veneziano del ristorante Al Bàcaro: Vezio e il suo collega prepareranno il vero Spritz veneziano davanti ai vostri occhi. E non mancheranno cichetti e rebechin (i cicheti sono le “tapas” veneziane, i rebechin quelle triestine, che tradizionalmente si servono con l’aperitivo)!

- Per gli amanti del panino con la porchetta, il ristorante Il Pacioccone infilerà un intero maiale nel proprio forno a legna.

- Sommelier e importatore Piet Dooijewaard darà un workshop sui vini sardi.

- L’esperta d’ intolleranze alimentari Rossanina Del Santo, fondatrice del famoso forum di cucina Coquinaria, darà una conferenza gratuita sulle intolleranze più note (glutine, lattosio, uovo) e racconterà quali piatti della tradizione italiana sono senza pericolo per chi soffre di queste patologie.

- Ci sarà un tavolo con diversi tipi di olii d’oliva (che si potranno acquistare direttamente dai diversi produttori presenti all’evento) e che potete assaggiare sotto la guida di un esperto d’olio d’oliva.

- Antonella Barbella e Nicoletta Tavella presentano ognuna il proprio libro di ricette italiane e daranno lezioni di cucina.

- Atelier dei piccoli dalle 13 alle 18 con cantastorie e workshop di cucina e creatività


 Amsterdam Da Gustare avrá luogo sull’antica isola Oosterburgereiland ad Amsterdam Centrum, presso Mediamatic dalle 12.00 alle 21.00..
L’indirizzo esatto è: VOC-kade 10, 1018 LG Amsterdam.
Come arrivarci consultate questo link: 
Tutte le informazioni di questo testo sono state prese dal sito ufficiale di Da Gustare al quale vi rimando per tutte le informazioni dettagliate e per l’acquisto dei biglietti

lunedì 14 ottobre 2013

Alex Britti 21 ottobre in concerto ad Amsterdam


Alex Britti è nato a Roma il 23 agosto 1968;  è un chitarrista e un autore solista, fiero, deciso. Tanto di lui e della sua musica lo annuncia il suo viso: i tratti severi, lo sguardo inafferrabile, il sorriso contagioso. Un chitarrista fuori dal comune lo è sempre stato, sin da giovanissimo, da quando attraversava l’Europa insieme a grandissimi del Blues quali Rosa King, Buddy Miles e Billy Preston. Ora, a 44 anni, racconta serenamente di quegli inizi difficoltosi, quando suonava come musicista anche per poter sbarcare il lunario, perché come cantautore non riusciva a farsi ascoltare.  Ma caparbio com’è Alex non ha mai mollato e nel 1997 pubblica prima due singoli Quello che voglio e Solo una volta (o tutta la vita) – e poi il primo album, It.pop.





Ne consegue il successo popolare insieme ai primi riconoscimenti della critica: It.pop è triplo disco di platino, mentre “Musica e Dischi” lo proclama miglior debutto discografico dell’anno. Nel 1999 la sua Oggi sono io vince tra le Nuove Proposte del Festival di Sanremo: canzone che, due anni dopo, sarà reinterpretata da un mostro sacro della musica italiana: Mina.



Una rapida successione di eventi e di successi: il Pavarotti & Friends (dove suona anche come chitarrista di Joe Cocker e Pavarotti), il tour “Sulla spiaggia” con Corrado Guzzanti, la pubblicazione dell’album La vasca il cui singolo ha un successo enorme.

E ancora un nuovo Festival di Sanremo con Sono contento, il Palavasca e il triplo platino per questo suo secondo album. Alex è sempre e prima di tutto un chitarrista, un musicista che deve mettersi alla prova e scoprire nuove cose di sé e della sua fida Martina (una delle prime chitarre, una Martin, appunto) ogni volta che sale su un palco. Le radici di Alex Britti sono ben piantate in Europa: nel blues e nel jazz con i quali si è formato, nei piccoli e grandi locali e festival europei nei quali si è esibito giovanissimo.



Del 2009  è la registrazione di 23 il più recente album di inediti. Con Alex in studio ci sono musicisti straordinari quali Darryl Jones – bassista di Miles Davis, Eric Clapton e degli Stones -, Davide Rossi – violinista e arrangiatore di Brian Eno, Robert Fripp e Cold Play- , Paco Sery - batterista di Joe Zawinul-, ed anche Bob Franceschini - sassofonista, tra gli altri, di Mike Stern - e Cecilia Chailly – arpista di De André e Mina-. .23 è un disco nel quale sono protagonisti i paesaggi, da quelli familiari e chiassosi della sua Roma, a quelli sognati di una Betlemme stellata o di una Berlino bombardata, da quelli piovosi d’un autunno difficile da vivere, a quelli sovraffollati nel ‘giorno che sa di buono’ come nella ‘notte che sa di menta’.



Nel giugno di quest’anno , anticipato in radio dal singolo Baciami (e portami a ballare) esce il nuovo album di inediti Bene cosí. L’albun racconta gli affetti privati, le “banali concretezze appese a un filo di malinconia” e il desiderio di andare avanti in “questo mondo di matti”, la necessità di trovare sempre uno slancio nuovo, un nuovo sogno che ci spinga oltre. Un disco molto più rock dei precedenti, più immediato. Osservazioni, pensieri, stati d’animo raccontati in modo semplice e diretto, suonato con la grinta di sempre.



E proprio per presentare il suo nuovo disco e il suo repertorio, accompagnato dalla sola chitarra, Alex Britti suonerà ad Amsterdam il 21 di ottobre, a cui seguiranno  Bruxelles ( 23 ottobre)  e Londra ( 25 ottobre).  Bene così un disco che Alex stesso ha più volte definito il suo disco più scarno e diretto, senza fronzoli verrá presentato in giro proprio nel modo più scarno e diretto: da solo sul palco, lui e le sue chitarre. Britti ha scelto di far partire questo viaggio oltre confine, con tre concerti europei che lo riporteranno nella sua seconda casa (Amsterdam), al centro dell’Europa (Bruxelles), e, per la prima volta, nella swinging London.



Alex Britti in concerto

Paradiso Amsterdam PEOPLE'S PLACE

Lunedí 21 ottobre, ore 20.30 uur
Prezzo del biglietto 20 euro

http://www.youtube.com/watch?v=Y1eiJhU6Pek&list=PLL37Zd8C88uNowtsY-0XilF3eXJE6dBwJ

fonte: sito ufficiale di A. Britti

mercoledì 9 ottobre 2013

Burano e i suoi merletti


Burano è tra le isole di Venezia quella che forse mi è piú cara. Famosa per il suo merletto e per le sue case colorate è stata dimora di grandi artisti come Baldassarre Galuppi, Remigio Barbaro e Pino Donaggio, nonchè ispiratrice dell'Arte Buranella.

 I visitatori di Burano rimangono affascinati dai suoi mille colori e dalle case colorate che si riflettono nelle acque verdi dei suoi canali, dal Campanile storto della chiesa di San Martino, dalla tranquillità e dalla calma con cui le anziane signore ricamano con il loro tombolo mentre, tra di loro, ridono e chiacchierano. Da sempre quando sono a Burano mi sembra di essere in paradiso: i bambini che sfrecciano liberi con la loro bicicletta, i balconi variopinti dai fiori più belli, i pescatori che tirano su il pesce fresco appena pescato dalle loro tipiche imbarcazioni scherzando con quell’accento dialettale cosí speciale, l’odore dei biscotti tipici appena sfornati e la sua infinita tranquillitá: sí perché a Burano non ci sono rumori!



I forti colori delle case, che oggi sono diventati la caratteristica principale dell'isola, una volta servivano a delimitare le proprietà. Esiste tuttavia una "leggenda" legata al carattere variopinto dell'isola, la quale narra che erano i pescatori a dipingere la propria casa al fine di riconoscerla da lontano durante i lunghi periodi di assenza dovuti alla pesca o per ritrovare la strada nelle giornate di nebbia fittissima tipiche della laguna.
 


Il nome Burano deriva dalla "Porta Boreana" chiamata così perchè posta a Nord-Est, direzione da cui soffia la bora. Fin dai tempi della Repubblica di Venezia, Burano con la sua modesta popolazione, era un'isola di povera gente che viveva soprattutto di pesca e di agricoltura. 


Grazie all'abilità delle merlettaie pian piano cominciò a crescere ad arricchirsi e ad espandere l'artigianato locale anche nei paesi stranieri.  La storia del merletto si perde nel tempo ed è circondata da una nube poetica. Le leggende sulla nascita di quest'arte hanno in comune il legame con il mare: sono fiabe semplici, che traggono ispirazione dalla vita dei pescatori  e dalle meraviglie del mare e naturalmente dall'amore.



Una leggenda narra che un pescatore, lasciando la fanciulla amata per partire per la guerra, poneva tra le sue mani, quale pegno d'amore, una pianticella marina da lui raccolta, una specie di fiore che si levava con tentacoli e arabeschi, strano e irreale, bellissimo. Passò lungo tempo e la ragazza ingannava l'attesa tessendo una fitta rete per il suo pescatore. Quando il giovane tornò la rete era compiuta, ma nell'aprirla e stenderla a terra essa rivelò nella sua trama leggera l'impronta di quel fiore marino. Un miracolo dell'amore da cui nacque il merletto.
Un'altra storia parla invece di un pescatore, innamorato di una giovane, che pescava al largo, in laguna, quando la sua barca fu circondata da un gruppo di sirene: le sirene iniziarono a cantare una melodia talmente struggente che il giovane pescatore ne fu incantato e avrebbe voluto gettarsi in mare per seguire quelle voci e quel canto, ma fu trattenuto dal ricordo della sua innamorata che lo aspettava a casa per sposarlo.
Quando le sirene si accorsero che l'amore del pescatore era più forte della loro magia, uscirono dall'acqua e gli donarono un segno della loro amicizia e del loro rispetto chi dice un delicato ricamo di spuma, chi dice una leggera trina d'alga ... Il pescatore prese il dono e lo portò alla sua amata che fu così brava da copiare con ago e filo quel capolavoro del mare, facendo nascere il merletto



Comunque al di la’ delle leggende storicamente il merletto ad ago nasce a Venezia nella seconda metà del XV secolo quando la dogaressa Dandola Malipiero ne fondò la prima vera scuola e deriva dal ricamo, in particolare da quei punti che tendono a creare effetti di trasparenza: il punto tagliato, lo sfilato (vengono tolti alcuni fili dalla tela e poi si decorano i vuoti con vari punti), il reticello (il tessuto viene sfilato finché rimangono solo esili coordinate dalle quali si parte per creare i motivi decorativi). Questa tipologia è nota anche come "punto in aria", in quanto viene realizzata interamente con ago e filo, senza alcun supporto tessile. Il merletto ad ago si realizza su un cuscinetto cilindrico (uguale al tombolo dei fuselli) dove viene appoggiato il disegno tenuto sollevato dal murello, un piccolo cilindro di legno; seguendo i profili del disegno si esegue l’ordito (che verrà poi eliminato) sul quale si costruisce, con ago e filo, il merletto.
Nel Cinquecento Venezia diviene uno dei centri mondiali di questo artigianato, nato come attività prevalentamente domestica, guidata da nobildonne che nei loro palazzi davano spazio a veri e propri laboratori e scuole di ricamo. E fu proprio in quel periodo che editori specializzati stampano e diffondono i primi manuali di ricamo.
Dalle originarie sedi dei palazzi, l'attività esso si diffuse poi negli ospedali, negli ospizi e in tutti quegli istituti, per lo più gestiti da religiose, che offrivano ospitalità a giovani, le quali vi apprendevano un mestiere e con il loro lavoro pagavano la retta.

Nel Seicento centri importantissimi erano l'Ospizio per le giovani della Giudecca e il convento delle monache di San Zaccaria, quest'ultimo visitato anche da Cosimo III granduca di Toscana, che a lungo si soffermò sui diversi ricchi apparati per altare e alcuni merletti di punto di Venezia. La produzione era in gran parte controllata dai membri della corporazione dei Merciai, che commissionavano e ritiravano i prodotti finiti.


La produzione veneziana del merletto, sia ad ago che a fusello, conobbe una grossa crisi nel corso della seconda metà del XVII secolo a causa dell'intensificarsi della concorrenza da parte delle manifatture francesi e delle Fiandre, strutturate in modo molto più moderno e produttivo, presso le quali peraltro trovarono impiego molte merlettaie veneziane. Il governo della Serenissima cercò in vari modi di difendere questo importante settore artigianale, vietando l'espatrio delle merlettaie e concedendo privilegi a manifatture locali, ma nulla servì ad arrestare un inevitabile declino, tant'è che nella stessa Venezia si finirà per imitare il "point de France".
Verso la fine del Settecento e in tutto l'Ottocento il merletto quasi scomparve dall'abbigliamento.Dopo secoli in cui il merletto rappresentò una risorsa importante per tutta la zona lagunare, nel lungo periodo di decadenza tra il XIX e il XX secolo in cui la stessa Venezia visse nell'ombra, l'arte del merletto scomparve gradualmente anche dalle isole.

Bisognerà aspettare fino alla fine dell'Ottocento per veder rifiorire l'arte del ricamo, grazie soprattutto all'amore e all'impegno della contessa Adriana Marcello, che ne diffonderà la scuola e all'esperienza di una grande maestra, Cencia Scarpariola, autentica custode di segreti tecnici secolari.

Ancor oggi sufficientemente diffuso, i centri di maggior produzione del merletto sono Pellestrina, Chioggia e l'isola di Burano dove tuttora esiste la più importante scuola del merletto e anche un museo ad esso dedicato.

Rispetto a quelli realizzati a Venezia, Chioggia o Pellestrina, il merletto di Burano ha come caratteristica fondamentale la preziosa lavorazione ad ago, in particolare come giá detto con il punto in aria o punto Burano, che disegna fiori, stelle, piccoli animali creando un ornamento che fu apprezzato anche da re e regine di altri paesi: Luigi XVI, ad esempio, che per la sua incoronazione si fece

Ai giorni nostri purtroppo quest’arte si sta sempre piú perdendo anche se con mia grande gioia quando tre settimane fa tornata a casa per qualche giorno ho avuto modo di conoscere e di parlare con la signora Costantini Lucia (Terranova 98) e la sua vicina di casa Ida Senno, due autentiche buranelle, merlettaie con le quali ho avuto il piacere di intrattenermi un intero pomeriggio ad ammirare la loro maestria e la loro saggezza nell’arte del ricamo. Le signore con mia inaspettata fortuna si sono messe fuori dalle loro case a ricamare proprio mentre passavo di lá  e mi hanno  mostrato con giusto orgoglioi loro lavori. Lucia e Ida ricamano per tradizione, per passione e per amore alla loro terra e ci tenevano a dirmi che non hanno mai venduto i loro lavori, assolutamente troppo costosi per il turista mordi e fuggi che visita Burano un paio d’ore e compra souvenir cinesi. Ecco, queste due donne che tanto mi hanno fatto ricordano la mia nonna e le anziane della mia infanzia, mi hanno regalato un pomeriggio di autentica, dolcissima nostalgia. Burano è nel mio cuore.
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